
Un pubblico di oltre 150 – entusiasti – invitati ha celebrato un “nuovo inizio” per Monte delle Vigne: lunedì 19 maggio, nell’incantevole cornice dell’ex convento di San Cristoforo a Parma, è stato presentato “Monticello” il nostro primo Metodo Classico, frutto di anni di ricerca, pazienza e visione. Un evento riservato, raffinato, memorabile.
C’è un momento, in ogni storia enologica degna di essere raccontata, in cui l’attesa incontra l’eccellenza: questo momento è arrivato.
“Monticello si pone su un livello diverso dai classici spumanti che abbiamo fatto finora: è un altro passo avanti, sempre alla ricerca del miglioramento continuo, come quando abbiamo deciso di convertire l’intera cantina al biologico”, è la dichiarazione del Presidente Dott. Paolo Pizzarotti, presente di persona all’evento, dato il suo profondo legame non solo con la cantina, ma anche con la location di pregio.
Un evento che ha saputo unire il carattere schietto dei Colli di Parma con l’eleganza senza tempo delle grandi occasioni. Gli invitati, selezionati con cura tra agenti, ristoratori, buyer del settore Ho.Re.Ca e giornalisti enogastronomici, hanno avuto il privilegio di assistere a un debutto che promette di lasciare un segno nel panorama spumantistico Italiano.
“La vendemmia 2022 dei nostri vigneti sui Colli di Parma, rigorosamente fatta a mano, ci ha permesso di ottenere un prodotto predisposto alla lunga rifermentazione sui lieviti, fino al degorgement finale” è stato il commento di Andrea Bonini, agronomo ed enologo di Monte delle Vigne. Una narrazione colta e appassionata, che ha restituito la complessità del “progetto Monticello” e il coraggio di una cantina che continua a innovare senza mai dimenticare le proprie radici.
“Per la gente di Ozzano Taro, Monticello è sempre stato il nome della prima collinetta che si incontra salendo verso la cantina. Al suo perlage fine e alla sua freschezza minerale tipica degli spumanti targati Monte delle Vigne si aggiungono la leggendaria dinamica della Barbera e il “tocco cremoso” dell’affinamento in tonneaux acquistati da Klaus Pauscha per questo progetto“, spiega Lorenzo Numanti, che aggiunge: “L’obiettivo era quello di produrre uno spumante capace di competere con le migliori referenze d’Oltralpe, ma senza tradire l’anima Emiliana“.
A celebrare questa novità, una mise en place gastronomica d’eccezione curata da Mauro Fontana e dallo chef Danilo Bottazzi: una selezione di crudità di terra e di mare – fra cui le ostriche Gillardeau -, pensate per esaltare la versatilità e la struttura del vino. Le sfumature dei gamberi rossi, la delicatezza dei carpacci, la complessità delle preparazioni calde: ogni assaggio un viaggio, ogni calice del metodo classico “lasciava alle spalle” un periodo cupo per i produttori di vino e sanciva “un nuovo inizio”, come recitava il biglietto d’invito.
Con Monticello, Monte delle Vigne compie un passo importante verso una nuova dimensione produttiva, segnando l’ingresso ufficiale della cantina nel mondo delle bollicine di qualità. Un brindisi che sa di futuro, ma che affonda le sue radici nella storia enologica dei Colli di Parma.
Scarica qui l’articolo della Gazzetta di Parma
Scarica qui l’articolo dell’inserto “Gusto”